E’ ancora radicata la convinzione che l’esercizio della professione forense sia stato concepito quasi esclusivamente in funzione della rappresentanza in giudizio.
Mentre gli operatori del diritto sono concentrati a commentare, criticare e contestare la riforma Cartabia, noi siamo dell’idea che un buon avvocato debba uniformarsi agli strumenti previsti e che non possa sostituirsi al legislatore.
La proliferazione di norme in materie sempre più specialistiche, i costi del contenzioso, i suoi esiti incerti, dovrebbero invece suggerire di rivalutare la figura dell’avvocato anzitutto come consulente.
I cambiamenti della Riforma della Giustizia Civile
In estrame sintesi, le novità della Riforma civile ampliano gli spazi dell’attività stragiudiziale dell’avvocato e vengono previsti:
- l’estensione dell’area obbligatoria di mediazione alle controversie che investono rapporti di durata;
- l’introduzione di incentivi fiscali per la mediazione, anche volontaria;
- il riconoscimento del patrocinio a spese dello Stato per la mediazione e la negoziazione obbligatorie;
- l’attuazione dei principi della legge delega sulla mediazione demandata dal giudice;
- l’ampliamento dell’istituto della negoziazione assistita, con la possibilità, all’interno del procedimento stesso, di esperire una istruttoria stragiudiziale;
- l’estensione della negoziazione assistita alle cause di lavoro;
- la possibilità di riconoscere un assegno di divorzio in unica soluzione;
- la possibilità di regolare con la negoziazione l’affidamento e mantenimento dei figli minori nati fuori del matrimonio.
Più riconoscimento per l’attività stragiudiziale
Il contributo dell’attività stragiudiziale dell’avvocato per prevenire o risolvere le controversie, peraltro, trova riconoscimento nel recente aggiornamento delle tariffe forensi:
- in caso di conciliazione o transazione della causa, l’avvocato ha diritto all’aumento di un quarto dell’importo dovuto per la fase decisionale della controversia;
- nel caso in cui il procedimento di mediazione o la procedura di negoziazione assistita si concludano con un accordo tra le parti, fermo il compenso per la fase di conciliazione, i compensi per le fasi di attivazione e di negoziazione sono aumentati del 30 per cento;
- il compenso orario che avvocato e cliente possono pattuire, viene quantificato tra un minimo di euro 200,00 ed un massimo di euro 500,00 per ciascuna ora o frazione di ora superiore a trenta minuti, da determinarsi, comunque, tra le parti in base alla loro autonomia negoziale.
Nuove tecnologie a servizio dell’attività stragiudiziale dell’avvocato
Maggiore spazio avranno dunque gli appuntamenti e i colloqui in studio con il cliente, gli incontri con i colleghi, quelli con i consulenti tecnici – incontri anche a distanza, grazie all’utilizzo dei moderni programmi di videocollegamento -.
Per la buona riuscita degli accordi negoziali, sarà sempre più importante avere padronanza nella stesura dei singoli contratti, specie per quelli in materie più innovative, per i quali l’avvocato può avvalersi dell’ausilio di strumenti pratico-operativi.