Resposanbilità medica e quesiti da sottoporre al CTU

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In materia di responsabilità medica, ai tecnicismi processuali si affiancano le imprescindibili considerazioni medico-legali,  a volte, espresse in termini probabilistici.

Generalmente, è possibile formulare le seguenti ipotesi:

A) La condotta del sanitario ha cagionato la morte del paziente, mentre una diversa condotta ne avrebbe consentito la guarigione:

in tal caso l’evento (conseguenza del concorso di due cause, la malattia e la condotta colpevole) sarà attribuibile interamente al sanitario, chiamato a rispondere del danno biologico cagionato al paziente e del danno da lesione del rapporto parentale cagionato ai familiari.

B) La condotta colpevole ha cagionato non la morte del paziente (che si sarebbe comunque verificata) bensì una significativa riduzione della durata della sua vita ed una peggiore qualità della stessa per tutta la sua minor durata:

in tal caso il sanitario sarà chiamato a rispondere dell’evento di danno costituito dalla perdita anticipata della vita e dalla sua peggior qualità, senza che tale danno integri una fattispecie di perdita di chance – senza, cioè, che l’equivoco lessicale costituito dal sintagma “possibilità di un vita più lunga e di qualità migliore” incida sulla qualificazione dell’evento, caratterizzato non dalla “possibilità di un risultato migliore”, bensì dalla certezza (o rilevante probabilità) di aver vissuto meno a lungo, patendo maggiori sofferenze fisiche e spirituali.

C) La condotta colpevole del sanitario non ha avuto alcuna incidenza causale sullo sviluppo della malattia, sulla sua durata e sull’esito finale, rilevando di converso, in pejus, sulla sola (e diversa) qualità ed organizzazione della vita del paziente (anche sotto l’aspetto del mancato ricorso a cure palliative):

l’evento di danno (e il danno risarcibile) sarà in tal caso rappresentato da tale (diversa e peggiore) qualità della vita (intesa altresì nel senso di mancata predisposizione e organizzazione materiale e spirituale del proprio tempo residuo), conseguente alla lesione del diritto di autodeterminazione, purchè allegato e provato (senza che, ancora una volta, sia lecito evocare la fattispecie della chance).

D) La condotta colpevole del sanitario non ha avuto alcuna incidenza causale sullo sviluppo della malattia, sulla sua durata, sulla qualità della vita medio tempore e sull’esito finale.

La mancanza, sul piano eziologico, di conseguenze dannose della pur colpevole condotta medica impedisce qualsiasi risarcimento.

E) La condotta colpevole del sanitario ha avuto, come conseguenza, un evento di danno incerto: le conclusioni della CTU risultano, cioè, espresse in termini di insanabile incertezza rispetto all’eventualità di maggior durata della vita e di minori sofferenze, ritenute soltanto possibili alla luce delle conoscenze scientifiche e delle metodologie di cura del tempo

Al di là dei termini giuridichi, le problematiche debbono essere affrontate nel processo rivolgendo al CTU dei quesiti ben precisi e “indirizzati” sul nodo da sciogliere in concreto e che, dunque, tengano conto  degli elementi di conferma disponibili nel caso specifico.

Non è possibile, in questa materia, limitarsi a un approccio “standard”.

In un recente caso, un avvocato esterno che rappresentava il medico al quale veniva “rimproverato” di avere ritardato di 20 ore un intervento cui è seguito il decesso del paziente, ha chiesto la nostra collaborazione per la formulazione dei quesiti da sottoporre al CTU.

Sulla base di tutti gli elementi e delle difese delle altre parti, abbiamo dunque elaborato dei quesiti puntuali finalizzati a mettere in luce

l’inesigibilità di una condotta diversa,

il deficit organizzativo non imputabile al medico,

l’inevitabilità dell’evento parametrato al momento in cui era percepibile l’urgenza,

l’insindacabilità delle scelte medico-diagnostiche (distinguendo tra quelle doverse/facoltative/necessarie/urgenti/prudenti),

la difficoltà relazionata alla complessità tecnica del trattamento e proporzionata allo specifico livello di competenza del professionista,

l’interruzione della serie causale che ha condotto alla morte.

Attenderemo gli esiti

 

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