Offese su social e chat: ingiuria o diffamazione

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La differenza

La diffamazione è l’offesa pronunciata in assenza della vittima davanti a più persone (almeno due). L’ingiuria è invece rivolta direttamente alla vittima, in un colloquio a due, a prescindere dal fatto che ad assistere possano essere anche altre persone.

Il tratto distintivo, dunque, concerne la presenza o meno della vittima oggetto di offese.
La diffamazione sui social

La diffamazione sui social è un particolare tipo di diffamazione.
Il reato è quello previsto dall’articolo 595, comma 3, del Codice penale che punisce con la reclusione da sei mesi a tre anni o con la multa minima di 516 euro chi offenda l’altrui reputazione comunicando con il mezzo della stampa o con un mezzo di pubblicità.
Per quanto concerne i social la Cassazione ritiene che i social network vadano inquadrati nei mezzi di pubblicità.
Per i giudici, infatti, anche un messaggio postato a un gruppo limitato di amici ha potenzialmente la capacità di raggiungere un numero indeterminato di persone.

La diffamazione sui social si può manifestare attraverso commenti sui social quali Facebook, Instagram, Whatsapp ecc.

Ovviamente su qualsiasi social si può criticare liberamente qualcosa o qualcuno, ma tale critica deve però essere fondata su fatti veri, espressa in termini misurati e rispettosi dell’altrui dignità morale e professionale e di interesse per la collettività.

L’ingiuria e la depenalizzazione

Il reato di ingiuria apparteneva alla categoria dei reati contro la persona ed in particolare dei delitti contro l’onore. Il bene giuridico tutelato dall’art 594 cp era appunto l’onore, inteso come insieme delle qualità morali della persona offesa.

In base alle novità introdotte dal legislatore negli ultimi anni, chi offende una persona non viene più giudicato in sede penale, ma si macchia “soltanto” di un illecito civile.

Ciò significa che il colpevole non andrà incontro ad un processo penale, ma verrà punito con sanzioni civili di tipo pecuniario, e precisamente:

  • con una sanzione che va da 100 a 8.000 euro;
  • con una sanzione che va da 200 a 12.000 euro se l’offesa consiste nell’attribuzione di un fatto determinato o se è commesso in presenza di più persone (le vecchie circostanze aggravanti: si può parlare di ingiuria aggravata).

La differenza con la calunnia

La calunnia non consiste nell’offesa al decoro o all’onore di una persona presente o meno, bensì nell’incolpare un’altra persona di aver commesso un reato, pur sapendola innocente.
Tale reato richiede inoltre la piena consapevolezza dell’innocenza dell’altra persona, oltre a richiedere che l’accusa contenuta ad esempio in un atto di querela, sia indirizzata direttamente all’autorità giudiziaria.

La presenza sui social

Dunque, integra il delitto di diffamazione, e non anche la fattispecie depenalizzata di ingiuria aggravata dalla presenza di più persone, l’invio di messaggi contenenti espressioni offensive nei confronti della persona offesa su una “chat” condivisa anche da altri soggetti, nel caso in cui la prima non li abbia percepiti nell’immediatezza, in quanto non collegata al momento del loro recapito.

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