Foto prese da Internet (un po’ di chiarezza)

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E’ facilmente reperibile on line ogni tipo di informazione e guida al fine di verificare se una foto presa dal web sia coperta da diritto d’autore o meno.

Le procedure suggerite, pur costituendo una valida base di partenza, non sono esaustive sicchè è bene chiarire qualche concetto giuridico.

La Legge sul Diritto d’Autore consente di individuare tre tipi di documentazione fotografica: le fotografie costituenti opere dell’ingegno, le “fotografie semplici” e le fotografie di “scritti, documenti, carte di affari, oggetti materiali, disegni tecnici e prodotti simili”.

Non tutte le tipologie sono garantite forme di tutela e la scriminante tra i regimi di tutela è data dalla natura creativa o meno della fotografia, che manca nel caso delle “fotografie semplici”.

Una qualsiasi opera dell’ingegno, per definirsi tale, deve essere espressione di “un’attività intellettuale preponderante rispetto alla tecnica materiale” e dunque deve essere in grado di “evocare suggestioni o comunque di lasciare trasparire l’apporto personale del fotografo”.

In altri termini, l’elemento distintivo rispetto a una fotografia semplice è costituito dalla prevalenza del profilo artistico sull’aspetto prettamente tecnico”, accertabile laddove “la modalità di riproduzione del dato fotografato trasmetta un messaggio ulteriore e diverso rispetto alla visione oggettiva di esso” e sia “capace di evocare suggestioni o comunque di lasciare trasparire l’apporto personale del fotografo”.

A tal fine, non è sufficiente l’accertamento della professionalità del fotografo nè la rivendicazione di una “elevata qualità tecnica delle fotografie, senza formulare alcuno specifico riferimento ad alcuna di esse”.

Peraltro, proprio il fatto che la fotografie sia rivolta “al normale circuito media” e raffiguri “personaggi, eventi e tematiche di interesse giornalistico” dovrebbe suggerire nel ricondurre l’immagine alla categoria delle “fotografie semplici” tra le quali rientrano anche le fotografie “non relative a persone o eventi pubblici, ma a edifici, sedi di istituzioni o note società, o alla composizione in studio di oggetti “significativi” riferibili per l’appunto a “fatti della vita sociale, non avendo la funzione di riprodurre il modo di essere di questi oggetti, ma quella di illustrare le tematiche economiche che essi evocano”.

 

 

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