Danni da blackout

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Anche la preannunziata riforma del processo civile ha l’intento di valorizzare e potenziare gli strumenti alternativi al contenzioso.

In realtà, “al di fuori del codice di procedura civile”, esistono già diverse procedure volontarie che possono risultare più celeri e meno incerte

(si vedano ad esempio le procedure innanzi al Corecom, all’Arera, all’ABF, ai reclami delle diverse Autorità Garanti)

Anche se in tali procedure il patrocinio di un avvocato non sempre è obbligatorio, una istanza ben strutturata e  motivata alla luce dei principi espressi dalla giurisprudenza di legittimità in casi analoghi, può avere un diverso “valore”.

In un recente caso, avente ad oggetto il risarcimento danni da blackout preceduto da una sovratensione, abbiamo trovato un buon accordo ottenendo a strettissimo giro, un indennizzo pari al 80% del danno subito.

Anche se in televisione continuano ad accusare gli avvocati del fatto che “causa che pende, causa che rende”, siamo dell’idea che sia

meglio un buon accordo che una giusta (e costosa) sentenza.

 

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